Sabato 15 gennaio 2022: ancora una volta, a distanza di due mesi, nell’ambito del progetto pastorale “Sentinelle nella notte”, che vede coinvolti alcuni Uffici e Organismi Diocesani (Ufficio Liturgico, Ufficio Migrantes, Ufficio Missionario, Servizio di Pastorale Giovanile, Seminario Arcivescovile, USMI), parrocchie, gruppi e movimenti, ha avuto luogo la missione territoriale notturna presso l’antica e pregiatissima chiesa “SS. Annunziata dei Catalani”. Dalle 21.30 alle 00.30, nonostante il freddo e la “zona arancione”, rispettando tutte le precauzioni per evitare la diffusione del virus che da due anni sta falciando vite umane, disseminando ovunque terrore e senso di prostrazione, non si è voluta perdere l’occasione di spalancare le porte della chiesa per far percepire, a tutti coloro che gremivano le strade della “movida” del sabato sera, la Luce e il calore di Gesù, attraverso la preghiera dell’Adorazione Eucaristica, un soave sottofondo musicale, i dialoghi con i confessori e con le coppie di “evangelizzatori”, la lettura di pensieri di Santi o di brani della Sacra Scrittura, le preghiere personali composte su un foglietto e deposte in una cesta, lo spirito di comunione tra le varie realtà intervenute e, non ultimo, attraverso le preziose parole del Direttore dell’Ufficio Missionario, Mons. Francesco De Domenico. Quest’ultimo, presiedendo la preghiera comunitaria, ha infatti ricordato a tutti l’importanza di dare senso ai nostri giorni, di chiedere al Signore di riempire la nostra vita del Suo Amore e di condividere i doni ricevuti con i fratelli che Lui ci mette accanto. Forti di questa esortazione, dopo aver ricevuto il “mandato missionario”, le coppie di “evangelizzatori” si sono dirette all’esterno della chiesa, nelle strade limitrofe, per invitare i “girovaghi della notte” a prendere parte alla preghiera. Molti i consensi e tantissimi i ragazzi che, dopo tanto tempo, si sono accostati al Sacramento della Riconciliazione, grazie alla disponibilità del Direttore dell’Ufficio Liturgico, Padre Massimo Cucinotta, e di padre Matteo Gulletta. Una missione, quella di sabato scorso, che ha dato l’opportunità a ciascuno di condividere il proprio amore per Gesù, di riscoprirlo, di donare con gioia qualcosa di sé e di ricevere molto di più; tante storie, tanti volti, tante difficoltà e povertà dell’animo, tanta ricchezza nella diversità: l’ateo convinto sulla metafisica quantistica; il portatore di handicap che, non arrendendosi davanti alle scale, ha voluto dettare ad una volontaria, che faceva accoglienza, la propria preghiera da deporre nella cesta; lo straniero che, nella sua purezza d’animo e con la sua travagliata esperienza di vita e la sua profonda fede, ci ha consegnato con parole semplici un’indimenticabile lezione di alta teologia e psicologia; i forestieri che, attratti dalle parole stampate sulle casacchine degli evangelizzatori (“C’è più gioia nel donare che nel ricevere”) hanno colto l’invito delle coppie come un segno della chiamata di Dio per un incontro speciale con Lui, proprio quella sera, a quell’ora, in quel luogo; l’operatore OSA (Operatore Socio Assistenziale), ventunenne, che ci ha raccontato com’è nata la passione per il proprio lavoro con i diversamente abili e come, tramite loro, con gioia e dedizione, riesca ad essere in sintonia con Dio; i giovani che, seppur da tempo “lontani”, alla fine della serata sono diventati “pescatori” di altri ragazzi, dicendo loro di accettare una semplice frasetta che avrebbe potuto cambiare la loro vita; le mamme, in preghiera per il futuro dei propri figli … In quell’atmosfera di fraternità, nonostante la fatica, le ore sono volate; le parole scambiate, la serenità dei volti, le intense emozioni di gioia, di gratitudine e al tempo stesso di meraviglia per un’iniziativa tanto benefica per l’animo umano, la musica, le preghiere semplici e dirette, rivolte a Dio, il desiderio di dialogare, di raccontare se stessi, di chiarirsi dei dubbi, di pregare, di coinvolgere più giovani possibili in questa dinamica serata di spiritualità, sono tutte espressioni dell’Amore di Dio, che sempre accoglie e perdona i Suoi figli e che, servendosi dei nostri miseri “Eccoci” e delle nostre deboli forze, può compiere cose grandi nel cuore di chi crede e spera in Lui.
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